“L’architettura deve avere un anima…un’anima propria, da ricercare in ogni dettaglio…tra luce ed ombra…fino a raggiungere quel delicato equilibrio che la rende speciale, indipendente dall’uomo… da chi l’ha creata, da chi la vive o la vivrà…questo è ciò’ che cerco nell’architettura…” (Federico Del Rosso)
“Credo che la vera architettura non possa fermarsi alle superfici esterne di una casa, ma debba svolgersi, come un nastro di Moebius, dall’esterno verso l’interno, senza soluzione di continuità. Nei miei progetti l’esterno trova sempre il suo “naturale” omologo interno. Ma più che una semplice corrispondenza (il vuoto che riflette il pieno) mi piace lavorare su due trait d’union basilari: la luce e i materiali naturali”… nasce da questo approccio minimal-naturalista l’elegante leggerezza delle architetture e degli interni firmati da Federico Delrosso.
Architetto dalle performance internazionali (Italia, Francia, Svizzera, USA, Montecarlo, Turchia), ma con solide basi italiane, Federico Delrosso (nato a Biella nel 1964 e laureato al Politecnico di Milano nel 1996) in pochi anni si è sperimentato nella progettazione di tipologie architettoniche molto diverse: abitazioni private, locali pubblici (ristorazione), uffici… molti progetti di interior ma anche di industrial design.
La precoce esperienza sul campo ha consolidato un talento e una particolare sensibilità per gli spazi, che nei suoi progetti si percepisce come dato immateriale e che Federico Delrosso chiama “la quarta dimensione emozionale”. Detto in altri termini, tanto negli interior quanto nelle architetture, il risultato del sapiente rapporto tra spazi tridimensionali e elaborazione delle superfici è sempre una sensazione di piacevole equilibrio, tipica della buona architettura.
Nel 2008 il suo progetto d’interior per il Ristorante Notime di Montecarlo è tra i finalisti della categoria Hospitality/Restaurant/Casual category del premio “Best of Year Award”, organizzato dalla rivista Interior Design (USA).
Il design
“Arrivo al design attraverso il progetto degli arredi su misura che inserisco nei miei progetti di interiors, perché cerco sempre la contestualizzazione dell’oggetto nel dettaglio architettonico. È nata in questo modo la lampada da parete Mima. È un oggetto che scompare letteralmente nei muri perché oltre ad essere a filo, viene dipinta con la stessa pittura murale usata sulle pareti. Quando è spenta se ne percepisce solo una traccia leggera. È stata apprezzata per queste sue caratteristiche da Davide Groppi, che l’ha messa in produzione nel 2007, e dall’ADI per cui è stata segnalata al XXI Compasso d’Oro 2008 ed è entrata a far parte della collezione storica dell’ADI”.
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