Quello degli infortuni sul lavoro è un tema che ritorna alla ribalta nelle cronache degli ultimi tempi. Dopo 10 anni di calo delle frequenze, il 2015 è contrassegnato da un’inversione di marcia, registrando un aumento dei casi di denuncia all’INAIL. I numeri parlano chiaro: 800mila “morti bianche” e 650mila infortuni denunciati in Italia. Il dato sconfortante è che nel 2015 si sono verificati 752 decessi in seguito a incidenti sul luogo di lavoro contro i 652 dello stesso periodo del 2014, un aumento pari al 15%. Gli infortuni, invece, sono in calo, registrando un -4.1% rispetto all’anno precedente. Si potrebbe pensare che in Europa ci sia una situazione migliore: in tutto il territorio europeo ci aggiriamo intorno ai 4mila morti e 3 milioni d’incidenti l’anno.
Ma in cosa consiste un incidente sul lavoro? Ce lo spiega l’esperto Tommaso Barone, rappresentante legale di ICOTEA che da 20 anni opera nel settore della Formazione e della Consulenza sulla Sicurezza per le aziende pubbliche e private: “Trattasi di un evento traumatico e, in quanto tale, imprevisto ed imprevedibile che si verifica sul luogo di lavoro, in seguito al quale il lavoratore contrae una malattia del corpo, che non gli permette di svolgere l’attività lavorativa per più di 3 giorni o dalla quale deriva il decesso. È riconosciuto anche l’infortunio in itinere, cioè quell’eventualità che si verifica lungo il tragitto che il lavoratore percorre per recarsi sul luogo di lavoro. È necessario, però, distinguere i casi di infortunio dalla malattia professionale: i primi derivano da cause violente in seguito ad incidenti immediati, mentre le seconde, dette anche tecnopatie, sono il risultato di una sollecitazione negativa e protratta nel tempo”.
Per comprendere meglio tali concetti, il dottor Barone ci fornisce degli esempi: “Se un operaio scivola e si rompe una gamba, siamo di fronte ad un incidente che gli procura un infortunio sul luogo di lavoro. Se lo fa mentre si reca a lavoro, siamo di fronte ad un infortunio in itinere. Ma se lo stesso operaio è immerso, ad esempio, in un contesto lavorativo rumoroso (come una fabbrica) tale da superare i limiti consentiti dalla legge (max 80 decibel), senza l’ausilio di Dispositivi di Protezione Individuale dell’udito (cuffie o inserti auricolari), allora nel tempo svilupperà un’ipoacusia, malattia professionale che potrebbe invalidarlo”. Quello dei Dispositivi di Protezione diventa allora un uso di vitale importanza per prevenire le malattie professionali e per ridurre i rischi di incidenti che, troppo spesso, portano alla morte del lavoratore.
L’Open Data dell’INAIL, oltre a dare un dato quantitativo della situazione italiana, fornisce anche una prospettiva qualitativa, indicando i settori dove si verificano maggiormente casi di morti bianche: con il 24% detiene il primato il settore delle costruzioni, seguito dal trasporto e magazzinaggio (+23%), attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+50%), comparto manifatturiero (+16%). Un dato rilevante è che le vittime sono soprattutto i lavoratori più anziani: si registra un +42.2% tra i lavoratori di età compresa tra i 60 e i 64 anni.
Diventa indispensabile, allora, attuare iniziative di sensibilizzazione in materia ed aumentare i controlli nelle aziende, al fine di accertare che siano garantite ai lavoratori tutte le disposizioni di legge in materia di sicurezza, e che il lavoratore stesso attui comportamenti virtuosi sul proprio luogo di lavoro. Il datore di lavoro deve designare un professionista esperto in sicurezza (RSPP) al fine di gestire e coordinare le attività del servizio di prevenzione e protezione dei rischi (SPP). L’RSPP deve coadiuvare cioè “l’insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o interni all’azienda finalizzati all’attività di prevenzione e protezione dai rischi professionali per i lavoratori” (art. 2 comma 1 lettera l del D. Lgs. 81/2008 e successive modifiche ed integrazioni). Insieme ad un Rappresentate dei Lavoratori (RLS), al Medico Competente e al datore di lavoro, l’RSPP, tra i molti obiettivi, elaborerà un Documento Valutazione Rischi (DVR), al fine di identificare i fattori di rischio e le misure di sicurezza e di prevenzione. Inoltre, informerà, formerà e addestrerà i lavoratori, al fine di garantire la sicurezza in relazione ai rischi connessi alla specificità del proprio settore lavorativo.
ICOTEA concentra la maggior parte delle sue attività alla formazione in materia di sicurezza: visitando il sito dell’azienda www.icotea.it, è possibile consultare l’ampio ventaglio di scelte formative per i lavoratori, al fine di fornire validi strumenti di prevenzione degli infortuni e di riduzione delle morti sul luogo di lavoro. Inoltre, dà la possibilità di conseguire il titolo di RSPP: il corso di formazione specifico è disponibile visitando la pagina RSPP Modulo A+B+C. Per ulteriori informazioni scrivere a icotea@icotea.it.
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