Ponti, approvate le Linee guida del Consiglio Superiore LLPP

Ok alle Linee Guida dall’Assemblea del CSLLPP: ecco come valutare la sicurezza e monitorare i ponti esistenti. Il nuovo documento dà operatività ad ANSFISA

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Aggiornamento del 7 maggio. L’Assemblea generale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha approvato le Linee guida per la classificazione e gestione del rischio, la valutazione della sicurezza ed il monitoraggio dei ponti esistenti. Ora saranno oggetto di applicazione sperimentale in relazione al sistema di monitoraggio, anche dinamico, di ponti e viadotti (link al sito del Mit)

Con la Circolare n. 545/XIX Sess./2020, il CNI ha comunicato l’approvazione definitiva da parte del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici delle Linee guida per la classificazione e gestione del rischio, la valutazione della sicurezza ed il monitoraggio dei ponti esistenti.

L’approvazione delle Linee guida completa un percorso che aveva già visto il Consiglio Nazionale, nei mesi immediatamente successivi al crollo del Ponte sul Polcevera, impegnarsi all’interno di un gruppo di lavoro, a fianco della Struttura di Missione del MIT (AINOP – Archivio informatizzato delle Opere Pubbliche), appositamente costituito per attuare le previsioni del Decreto “Genova”. >> Come accedere al database di AINOP? Leggi l’approfondimento

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L’approvazione delle Line Guida per la verifica e il monitoraggio dei ponti stradali esistenti impegna le amministrazioni, gli enti gestori e i professionisti a fare un balzo in avanti per il miglioramento del nostro patrimonio infrastrutturale. Un testo all’avanguardia che va dalla conoscenza al monitoraggio passando per le normative tecniche, con analisi multilivello per tenere conto anche di parametri sociali ed economici. Uno strumento fondamentale per aumentare la conoscenza, la consapevolezza e aiutare nelle scelte, necessarie e spesso coraggiose, sui nostri ponti esistenti.

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Ponti, le linee guida per la classificazione e gestione del rischio

Al momento il testo licenziato tratta solo i ponti stradali, mentre la prossima trattazione riguarderà espressamente i ponti ferroviari, e in generale ci sarà un periodo di sperimentazione di almeno 18 mesi.

Le attuali Linee Guida sono costituite di tre capitoli:
1. classificazione e gestione del rischio;
2. valutazione della sicurezza;
3. monitoraggio.

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Il documento illustra “… come la classificazione del rischio, o meglio, la classe di attenzione si inquadri in un approccio generale multilivello che dal semplice censimento delle opere d’arte da analizzare arriva alla determinazione di una classe di attenzione sulla base della quale si perverrà, nei casi previsti dalla metodologia stessa, alla verifica di sicurezza…”.

5 livelli metodologici delle Linee guida

La metodologia prevede 5 livelli, di seguito sinteticamente descritti:
– il Livello 0, censimento;
– il Livello 1, ispezioni visive dirette e primo rilievo della struttura e delle caratteristiche geo-morfologiche, idrologiche ed idrauliche dell’area;
– il Livello 2, che  consente di giungere alla classe di attenzione (rischio potenziale su parametri di pericolosità, vulnerabilità ed esposizione);
– il Livello 3, esecuzione di valutazioni preliminari;
– il Livello 4, esecuzione di valutazioni accurate (Norme Tecniche per le Costruzioni)
– il Livello 5, non trattato esplicitamente nelle Linee Guida perché da applicarsi ai ponti considerati di rilevanza strategica ai fini di garantire i collegamenti essenziali nell’ambito della rete stradale.

In particolare l’Assemblea indica al Ministro una necessità specifica nella quale il Consiglio si ritrova totalmente, ovvero: “…La consapevolezza della inesistenza del “rischio zero”, nonché l’’influenza dei cambiamenti climatici, deve necessariamente transitare dalle Norme Tecniche e dalle importanza e valenza generale che esso riveste, sia opportunamente trattato nel Nuovo Testo Unico delle Costruzioni, cui si sta lavorando.”

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Professionisti delle infrastrutture

L’articolazione e il contenuto tecnico delle Linee Guida richiederanno l’azione di soggetti davvero esperti e competenti, per cui si prevedono:
– percorsi di informazione e diffusione delle linee guida;
– individuazione di percorsi formativi strutturati e mirati all’oggetto, in grado di qualificare realmente personale specializzato;
– scrittura di procedure e metodi per la certificazione delle competenze da proporre agli Organi competenti come una via preferenziale per la selezione del personale tecnico da incaricare per le varie attività previste dalla metodologia.

Dunque sono molte le opportunità che si aprono ai professionisti, formati e competenti, di accedere al mercato delle attività professionali previste, applicabili a tantissime infrastrutture stradali, grandi e piccole.

Foto: iStock/RobertoGennaro

Redazione Tecnica

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