Oltre 7500 imprese del settore delle costruzioni, su un totale di circa 33mila in tutti i settori economici, sono fallite in tre anni.
L’allarme arriva dall’Ance, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili, in occasione del D-day delle costruzioni (vedi “D-Day, professionisti e imprese edili contro i debiti delle p.a.“).
L’associazione ha precisato che circa il 23% dei fallimenti avvenuti in Italia riguardano imprese di costruzioni.
Una tendenza che viene confermata anche nel primo trimestre del 2012 con un ulteriore aumento delle procedure fallimentari nel settore. Sono aumentate, infatti, dell’8,4% rispetto al primo trimestre del 2011.
A livello territoriale, secondo i dati Ance l’area più colpita è quella del Sud e delle isole: tra il 2009 e il 2011 ha infatti subito un aumento del 40% del numero di imprese di costruzioni entrate in procedura fallimentare. Segue l’area del centro con un aumento del 27,3%, il Nord-Est con +20,8% ed infine il Nord-Ovest con +16,4%.
A livello regionale si registra un aumento dei fallimenti superiori al 40% in Liguria, Emilia Romagna, Lazio, Campania, Sicilia e Sardegna.
La filiera dell’edilizia è scesa in piazza per protestare contro i ritardi dei pagamenti da parte delle p.a. che vanno da una media di 8 mesi a punte di 2 anni, e hanno organizzato l’iniziativa del D-Day per recuperare i crediti presso le amministrazioni locali.
Tra le cause dei ritardi dei pagamenti secondo l’Ance segnala il patto di stabilità come principale motivazione che ha causato il blocco degli investimenti.
Fonte: RomaCapitale.net
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