Appalti: come cambieranno le gare dal mese di gennaio 2023

Un riassunto sugli ambiti principali di intervento che saranno oggetto di modifiche alla luce degli indirizzi contenuti nella legge delega pubblicata il 24 giugno 2022

Marco Agliata 06/09/22
In coerenza con gli obiettivi del PNRR il 24 giugno 2022 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge 21 giugno 2022, n. 78 recante la Delega al Governo in materia di contratti pubblici.

Il Governo è quindi incaricato di procedere all’adozione, entro sei mesi dall’entrata in vigore della norma (e quindi entro il 9 gennaio 2023), dei decreti legislativi necessari all’adeguamento della normativa nazionale sui contratti pubblici a quella dell’Unione europea.

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Quasi certamente a quella data non sarà completato il quadro normativo (nuovo codice, regolamento e provvedimenti prioritari) ma ci potrebbe essere un primo livello di chiarezza derivante dall’emanazione almeno del decreto legislativo sostitutivo dell’attuale d.lgs. 50/2016.

Questo significa, inoltre, che già le gare che dovranno essere avviate dopo l’emanazione del provvedimento dovranno essere conformi alle nuove prescrizioni normative pubblicate da quel periodo (gennaio – febbraio 2023) in avanti.

E’ possibile anticipare alcuni ambiti principali di intervento che saranno oggetto di modifiche alla luce degli indirizzi contenuti nella legge delega pubblicata il 24 giugno 2022. Vediamo nel dettaglio.

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Riduzione livelli della progettazione

La delega prevede, tra le altre cose, la riduzione dei livelli di progettazione al fine di semplificare le procedure di aggiudicazione e accelerare i tempi di affidamento dell’appalto anche se restano notevoli perplessità in merito al conseguimento di questo risultato in quanto la riduzione dei tempi costituisce un’aspettativa molto teorica e condizionata non dalla quantità dei livelli progettuali ma dall’iter autorizzativo.

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Incarichi gratis in casi eccezionali

Di grande stranezza risulta il fatto che la legge delega sancisce il divieto di prestazioni professionali gratuite, salvo in casi eccezionali e previa motivazione. Altro elemento di perplessità che probabilmente non considera la possibilità/certezza che le stazioni appaltanti possano ripristinare l’antica modalità di predisposizione dei progetti a titolo gratuito come venivano utilizzati dalle stazioni appaltanti, almeno fino a 5-10 anni fa, per la candidatura ai vari programmi di finanziamento presenti condizionando il pagamento dei professionisti all’ottenimento delle risorse. Una pratica che riconsegna le procedure a riti arcaici.

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Contratti sotto soglia

Semplificazioni della normativa che regola i contratti pubblici di lavori, servizi e forniture al di sotto delle soglie di rilevanza europea (contratti sotto soglia). Saranno vietati alle stazioni appaltanti i metodi di estrazione casuale o sorteggio, e dovrà essere rispettato il principio di rotazione nelle procedure di scelta del contraente.

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Rafforzate le funzioni di vigilanza dell’Anac e misure a favore di PMI

Dovranno essere rafforzate le funzioni di vigilanza dell’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) e sarà disposta una riduzione numerica delle stazioni appaltanti, modificando la disciplina in materia di qualificazione.

Al fine di favorire la partecipazione di micro e piccole imprese ai contratti pubblici, dovranno, inoltre, essere adottati criteri premiali per l’aggregazione delle imprese, e introdotta la possibilità di suddividere gli appalti in lotti, vietando però un loro accorpamento artificioso, fermo restando l’obbligo di motivare la decisione di non suddividere gli appalti in lotti.

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Appalti verdi

Si dovrà procedere alla semplificazione delle procedure finalizzate alla realizzazione di investimenti in tecnologie verdi e digitali anche in seguito all’emanazione di nuovi decreti ministeriali in materia di criteri ambientali minimi.

Caro materiali e revisione dei prezzi

Obbligo, per le stazioni appaltanti, di inserire nei bandi di gara, negli avvisi e negli inviti, un regime obbligatorio di revisione dei prezzi al verificarsi di particolari condizioni di natura oggettiva e non prevedibili al momento della formulazione dell’offerta, compresa la variazione del costo derivante dal rinnovo dei contratti collettivi.

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Riduzione delle stazioni appaltanti

Prevista una ridefinizione della disciplina in materia di qualificazione delle stazioni appaltanti anche in chiave di riduzione numerica delle stesse e introduzione di incentivi all’utilizzo delle centrali di committenza.

Nuova disciplina delle varianti

Ridefinizione della disciplina delle varianti in corso d’opera, in coerenza con l’ordinamento europeo e in relazione alla possibilità di modifica dei contratti durante la fase di esecuzione.

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Utilizzo di procedure innovative

Forte incentivo al ricorso a procedure flessibili quali il dialogo competitivo, il partenariato per l’innovazione, affidamento di accordi quadro e procedure competitive con negoziazione per la stipula di contratti pubblici complessi e di lunga durata.

Semplificazione procedure per investimenti

Razionalizzazione e semplificazione delle procedure per le forme di partenariato pubblico-privato (concessione di servizi, finanza di progetto, locazione finanziaria) per l’attrazione di investitori professionali e operatori del mercato delle opere pubbliche anche per l’erogazione di servizi.

Sistema delle garanzie

Revisione del sistema delle garanzie fideiussorie per la partecipazione e l’esecuzione di contratti pubblici prevedendo una disciplina omogenea per i settori ordinari e per i settori speciali.

Accelerazione dei pagamenti

Semplificazione e accelerazione delle procedure di pagamento da parte delle stazioni appaltanti del corrispettivo contrattuale con riduzione degli oneri amministrativi a carico delle imprese.

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Conclusioni

I decreti legislativi che dovranno dare attuazione ai vari indirizzi contenuti nella legge delega determineranno l’abrogazione di tutte le disposizioni oggetto di riordino e di quelle incompatibili. Tali decreti saranno adottati su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro delle infrastrutture e delle mobilità sostenibili di concerto con i Ministri competenti e previa acquisizione di parere da parte della Conferenza Unificata Stato Regioni, del Consiglio di Stato.

I decreti saranno adottati senza maggiori oneri per la finanza pubblica.

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Foto:iStock.com/JARAMA

Marco Agliata

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